Soluzioni per la protezione passiva dal fuoco
Controsoffitti, Pareti, Partizioni, Contropareti
Una gamma completa di soluzioni testate secondo le nuove normative europee per pareti e contropareti, strutture in acciaio e in calcestruzzo, controsoffitti, condotte di ventilazione e attraversamenti di impianti.
Protezione calcestruzzo
LINK FIRETECH propone le lastre incombustibili in magnesio e silicati TECBOR A e TECBOR B testate secondo la norma europea EN 13381-3. Tali test permettono di ricavare un rapporto di equivalenza delle lastre rispetto al calcestruzzo e dall’analisi dei risultati si ottengono delle tabelle prestazionali che indicano lo spessore di lastre TECBOR da utilizzare in funzione della resistenza al fuoco richiesta, della temperatura critica e del copri ferro esistente.
LINK FIRETECH propone le lastre incombustibili in magnesio e silicati TECBOR A e TECBOR B testate secondo la norma europea EN 13381-3. Tali test permettono di ricavare un rapporto di equivalenza delle lastre rispetto al calcestruzzo e dall’analisi dei risultati si ottengono delle tabelle prestazionali che indicano lo spessore di lastre TECBOR da utilizzare in funzione della resistenza al fuoco richiesta, della temperatura critica e del copri ferro esistente.
Controsoffitti a membrana
I controsoffitti a membrana hanno la caratteristica di garantire la resistenza al fuoco indipendentemente dal tipo di solaio o copertura a cui sono applicati. La norma di test è la UNI EN 1364-2. LINK ha realizzato un controsoffitto a membrana antincendio con le lastre TECBOR A.
I controsoffitti a membrana hanno la caratteristica di garantire la resistenza al fuoco indipendentemente dal tipo di solaio o copertura a cui sono applicati. La norma di test è la UNI EN 1364-2. LINK ha realizzato un controsoffitto a membrana antincendio con le lastre TECBOR A.
Pareti non portanti
Le pareti non portanti all’interno degli edifici spesso hanno una funzione di compartimentazione. Una parete non portante antincendio deve essere testata secondo la norma UNI EN 1364-1. Il campione di prova deve avere dimensioni minime 3000x3000 mm. La norma prevede un giunto verticale libero per poter estendere la parete in lunghezza. Inoltre la norma prevede di misurare la freccia di inflessione della parete in mezzeria per valutare la possibilità di estensioni in altezza. Se il valore della freccia è inferiore ai 100 mm la parete può essere estesa fino a 4 metri. Le pareti non portanti possono essere realizzare a secco (pareti leggere) o in muratura.
Le pareti non portanti all’interno degli edifici spesso hanno una funzione di compartimentazione. Una parete non portante antincendio deve essere testata secondo la norma UNI EN 1364-1. Il campione di prova deve avere dimensioni minime 3000x3000 mm. La norma prevede un giunto verticale libero per poter estendere la parete in lunghezza. Inoltre la norma prevede di misurare la freccia di inflessione della parete in mezzeria per valutare la possibilità di estensioni in altezza. Se il valore della freccia è inferiore ai 100 mm la parete può essere estesa fino a 4 metri. Le pareti non portanti possono essere realizzare a secco (pareti leggere) o in muratura.
Canali ventilazione
Nelle costruzioni gli impianti tecnici attraversano tutto l’edificio in orizzontale e verticale. In caso di incendio questi elementi possono compromettere le compartimentazioni antincendio presenti. In particolare le condotte di ventilazione non protette sono una via di propagazione dell’incendio.
LINK ha sviluppato una serie di canalizzazioni verticali ed orizzontali in lastre TECBOR A e TECBOR B resistenti al fuoco per risolvere questo problema. I test sono stati eseguiti secondo la UNI EN 1366-1. La norma specifica due tipologie di canalizzazioni antincendio:
-tipo A: canalizzazioni esposte al fuoco dall’esterno
-ttipo B: canalizzazioni esposte al fuoco dall’interno
La classificazione delle condotte di ventilazione oltre al requisito EI deve essere completata con i simboli:
-(i > o): da interno verso esterno
-(o < i): da esterno verso interno
-(i <> o): entrambi i sensi
-ve: condotta verticale
-ho: condotta orizzontale
Nelle costruzioni gli impianti tecnici attraversano tutto l’edificio in orizzontale e verticale. In caso di incendio questi elementi possono compromettere le compartimentazioni antincendio presenti. In particolare le condotte di ventilazione non protette sono una via di propagazione dell’incendio.
LINK ha sviluppato una serie di canalizzazioni verticali ed orizzontali in lastre TECBOR A e TECBOR B resistenti al fuoco per risolvere questo problema. I test sono stati eseguiti secondo la UNI EN 1366-1. La norma specifica due tipologie di canalizzazioni antincendio:
-tipo A: canalizzazioni esposte al fuoco dall’esterno
-ttipo B: canalizzazioni esposte al fuoco dall’interno
La classificazione delle condotte di ventilazione oltre al requisito EI deve essere completata con i simboli:
-(i > o): da interno verso esterno
-(o < i): da esterno verso interno
-(i <> o): entrambi i sensi
-ve: condotta verticale
-ho: condotta orizzontale
Protezione acciaio
Le strutture in acciaio sono un sistema costruttivo sempre più utilizzato nelle costruzioni. In particolare l’acciaio ha una elevata resistenza meccanica e permette una grande flessibilità di utilizzo. Al contrario in caso di incendio l’acciaio subisce forti riscaldamenti vista la sua elevata conduttività termica che comporta una riduzione della resistenza meccanica in funzione della temperatura. Intorno ai 200°C l’acciaio incomincia a ridurre le proprie caratteristiche di resistenza meccanica e a 500°C questa riduzione incomincia a essere critica ai fini degli eventuali carichi applicati.La protezione dal fuoco di una struttura in acciaio deve essere valutata in funzione delle temperatura critica definita come la temperatura alla quale l’elemento strutturale in acciaio perde la sua capacità portante. La temperatura critica dipende dai carichi applicati e dalla classe del profilo. La classe di appartenenza viene definita in funzione del rapporto dimensionale larghezza/spessore delle parti componenti della sezione, dello stato di sollecitazione e della classe di resistenza del materiale.
Le classi dei profili posso essere quattro:
classe 1: sezioni per le quali può aversi la completa formazione di una cerniera plastica;
classe 2: sezioni per le quali è prevista la completa formazione di una cerniera plastica, ma con limitata capacità di deformazione;
classe 3: sezioni per le quali, a causa di fenomeni d’instabilità locale, non è possibile la ridistribuzione plastica delle tensioni nella sezione e il momento ultimo coincide con quello al limite elastico convenzionale;
classe 4: sezioni per le quali, a causa di importanti fenomeni d’instabilità locale, il momento ultimo è minore di quello al limite elastico convenzionale.
Per i profili in classe 4 la temperatura critica è stabilita pari a 350°C. Per i profili nelle altre classi la temperatura critica deve essere stabilita dal progettista e dipende dalle azioni di progetto, dal tipo di sollecitazione e da coefficienti che variano in funzione dell’esposizione al fuoco e dei vincoli, nel caso di progettazione nel dominio delle resistenze.
Nel caso di progettazione nel dominio delle temperature, la temperatura critica varia in funzione del grado di utilizzazione del profilo. Indicativamente la temperatura critica per un elemento inflesso (trave) può essere intorno ai 500°C e per un elemento compresso (colonna) può essere intorno ai 450°C.
Le strutture in acciaio sono un sistema costruttivo sempre più utilizzato nelle costruzioni. In particolare l’acciaio ha una elevata resistenza meccanica e permette una grande flessibilità di utilizzo. Al contrario in caso di incendio l’acciaio subisce forti riscaldamenti vista la sua elevata conduttività termica che comporta una riduzione della resistenza meccanica in funzione della temperatura. Intorno ai 200°C l’acciaio incomincia a ridurre le proprie caratteristiche di resistenza meccanica e a 500°C questa riduzione incomincia a essere critica ai fini degli eventuali carichi applicati.La protezione dal fuoco di una struttura in acciaio deve essere valutata in funzione delle temperatura critica definita come la temperatura alla quale l’elemento strutturale in acciaio perde la sua capacità portante. La temperatura critica dipende dai carichi applicati e dalla classe del profilo. La classe di appartenenza viene definita in funzione del rapporto dimensionale larghezza/spessore delle parti componenti della sezione, dello stato di sollecitazione e della classe di resistenza del materiale.
Le classi dei profili posso essere quattro:
classe 1: sezioni per le quali può aversi la completa formazione di una cerniera plastica;
classe 2: sezioni per le quali è prevista la completa formazione di una cerniera plastica, ma con limitata capacità di deformazione;
classe 3: sezioni per le quali, a causa di fenomeni d’instabilità locale, non è possibile la ridistribuzione plastica delle tensioni nella sezione e il momento ultimo coincide con quello al limite elastico convenzionale;
classe 4: sezioni per le quali, a causa di importanti fenomeni d’instabilità locale, il momento ultimo è minore di quello al limite elastico convenzionale.
Per i profili in classe 4 la temperatura critica è stabilita pari a 350°C. Per i profili nelle altre classi la temperatura critica deve essere stabilita dal progettista e dipende dalle azioni di progetto, dal tipo di sollecitazione e da coefficienti che variano in funzione dell’esposizione al fuoco e dei vincoli, nel caso di progettazione nel dominio delle resistenze.
Nel caso di progettazione nel dominio delle temperature, la temperatura critica varia in funzione del grado di utilizzazione del profilo. Indicativamente la temperatura critica per un elemento inflesso (trave) può essere intorno ai 500°C e per un elemento compresso (colonna) può essere intorno ai 450°C.
Protezione solai
I solai spesso devono essere protetti dall’incendio con prodotti fissati in aderenza o con controsoffitti che collaborano alla resistenza al fuoco del sistema.
Le norme di riferimento sono:
EN 1365-2: prove di resistenza al fuoco per elementi portanti - solai e coperture
prEN 13381-1: metodi di prove per la determinazione del contributo alla resistenza al fuoco di elementi strutturali - membrane orizzontali di protezione.
LINK propone una serie di controsoffitti antincendio a protezione di solai collaboranti ed un pannello in lana di roccia PAROC da applicare in aderenza.
I solai spesso devono essere protetti dall’incendio con prodotti fissati in aderenza o con controsoffitti che collaborano alla resistenza al fuoco del sistema.
Le norme di riferimento sono:
EN 1365-2: prove di resistenza al fuoco per elementi portanti - solai e coperture
prEN 13381-1: metodi di prove per la determinazione del contributo alla resistenza al fuoco di elementi strutturali - membrane orizzontali di protezione.
LINK propone una serie di controsoffitti antincendio a protezione di solai collaboranti ed un pannello in lana di roccia PAROC da applicare in aderenza.
Attraversamenti impianti
Gli impianti che attraversano una parete o un solaio o i giunti di un compartimento devono essere protetti in modo da garantire la stessa resistenza al fuoco del compartimento. Le norma di test sono la UNI EN 1366-3 per gli attraversamenti di impianti e la UNI EN 1366-4 per i giunti. LINK propone una serie di prodotti per la protezione al fuoco di attraversamenti di impianti e giunti.
Gli impianti che attraversano una parete o un solaio o i giunti di un compartimento devono essere protetti in modo da garantire la stessa resistenza al fuoco del compartimento. Le norma di test sono la UNI EN 1366-3 per gli attraversamenti di impianti e la UNI EN 1366-4 per i giunti. LINK propone una serie di prodotti per la protezione al fuoco di attraversamenti di impianti e giunti.